Per attuare una federazione culturale della Mitteleuropa e del Mediterraneo
Ci sono terre nutrite dal sudore e dal sangue versato da tante generazioni ed etnìe; e c’è un mare, lungo le cui coste sono fiorite le più grandi civiltà che hanno fondato il sapere d’Europa. Quelle terre e quel mare sono uniti da un nome che li dice allo stesso tempo centrali e mediatori: le chiamiamo infatti Mitteleuropa e Mediterraneo (Mittel– e medium-). Quelle terre e quel mare, però, sono accomunati anche dalla geografia e dalla storia nel ruolo di punto di incontro e di scontro tra l’Oriente e l’Occidente e tra il Settentrione e il Meridione del nostro continente. Se le vicende politiche li hanno più volte drammaticamente resi terreno di scontro e spartizione, la ricchezza culturale dei loro popoli ha travalicato nelle più svariate interazioni i loro confini, facendoli occasione di incontro di diversità dialoganti e interrelate, che hanno dato la nascita alla policentrica anima europea.
Si tratta dell’incontro di più culture che, proprio nelle differenze dei loro apporti, consentono di concepire concretamente un’unica civiltà europea nelle peculiarità della sua multiforme natura; mondo greco, latino, germanico, slavo, ugro-finnico, per citare solo i più diffusi, si incontrano in quelle terre e lungo i paesi di quel mare. I loro confini culturali in quanto tali, costruitisi nei secoli, sono elastici e permeabili e non sono di per se stessi fonte di divisione, ma solo di differenze che delineano identità, appartenenze, qualità e costumanze che, riconoscendosi e rispettandosi vicendevolmente, interscambiano le rispettive creatività ed esperienze, sulle quali si forma la ricchezza dello straordinario patrimonio culturale europeo. E’ questa una ricchezza umana, che la cupidigia di potere, politico o economico, la grettezza di chiusi nazionalismi da una parte e la pianificazione globalizzante dall’altra (falsa internazionalizzazione, perché non è affatto inter nationes, ma contra nationes) dilapidano, atrofizzano e cancellano.
Proprio nella pluralità di lingue, di letterature, di costumi e di forme di comunanza si ritrovano il nucleo portante e la specificità della civiltà europea, presa nel suo complesso, e dell’eredità che ha trasmesso al mondo intero e che tuttora potrebbe rinvigorire e continuare a trasmettere. E’ certo motivo di orgoglio, ma anche di responsabilità morale, assolvere a questo grande impegno storico e civile.
Strategie mondiali in atto, rafforzate anche dalle ripetute vicissitudini di uno sconvolgente passato dagli effetti ancora incidenti, sospingono i popoli della Mitteleuropa e del Mediterraneo ad allontanarsi dalla loro tradizionale e naturale posizione storica di centralità e di mediazione lungo gli assi geoculturali dell’Europa (est- ovest e nord-sud), e a finire relegati a ruoli periferici e subalterni, dettati dalla logica dominata dalla polarizzazione estremizzata Oriente-Occidente, che ispira i processi internazionali più determinanti. E’ una logica che tende a lacerare, affievolire ed asservire le energie di chi sta nel mezzo, ossia proprio il continente europeo, e prima di tutto quelle delle zone dove il suo est e il suo ovest, il suo nord e il suo sud si intersecano e si fondono nelle loro tensioni e complementarità; ed è una logica sorretta anche da taluni sentimenti di appartenenza, spesso infarciti di pregiudizi, ideologismi e gretti luoghi comuni, che creano incomprensioni e contrapposizioni tra popolazioni radicalmente europee di diritto e di fatto.
Le poche parole qui esposte muovono dalla convinzione che viviamo in un momento storico, nel quale, per mantenere vivo e per potenziare il patrimonio culturale europeo, è necessaria una forte presa di consapevolezza, che vinca inerzie locali e sudditanze imposte dall’esterno. E’ un compito culturale, ma proprio per questo prima di tutto è di elevazione del tenore civile.
Da qui l’indiscutibile opportunità che istituzioni culturali, pubbliche e private, che si riconoscano nelle prospettive ora sinteticamente riassunte, condividano l’iniziativa di dare vita a un’ampia rete di azione e di interscambio, adoperandosi a sviluppare un’efficace cooperazione interterritoriale, interculturale e interlinguistica tra realtà, diverse sia per area territoriale che per attività, che si percepiscano convergenti lungo le linee assiali che attraversano la Mitteleuropa e il Mare Mediterraneo, linee portanti della civiltà europea.
Il presente documento è rivolto a tutti coloro che si rendono conto dell’insostituibile ruolo e della responsabilità morale e civile che rivestono quelle due grandi aree per l’Europa tutta e per gli apporti culturali che essa può dare al mondo intero, nonché per garantire pacifici equilibri sociali ed economici in punti nevralgici della vita internazionale; ma più in particolare questo documento è un caloroso invito ad avviare e ad estendere la sopra menzionata rete di azione ed interscambio tra istituzioni culturalmente impegnate.
A tal fine, nel libero ed autonomo perseguimento delle proprie finalità e regole statutarie e nella piena condivisione delle idee-guida qui esposte, le sottoscritte istituzioni aderiscono alla realizzazione di una Federazione Culturale della Mitteleuropa e del Mediterraneo, quale soggetto di fatto, che eventualmente solo successivi passi formali compiuti di comune accordo dalle istituzioni aderenti possono prevedere di convertire anche in soggetto di diritto.
Giulio Maria Chiodi