Archivio dell'autore: Giulio Maria Chiodi

DECALOGO EUROPEO DI VIALE MASIA

 

Traendo spunti propositivi, dopo un seminario di simbolica politica tenutosi nell’aprile del 2008, nella sede del Centro di Simbolica politica e delle forme culturali (Viale Masia 27, Como), ha preso corpo il seguente testo.

  1. Per comprendere nella sua peculiarità il momento storico in cui viviamo, caratterizzato da un costante sradicamento dai contesti costumali ambientali, e intervenire di conseguenza occorre sapere come esso porti le tracce del passato da cui deriva e come tale eredità, anche in forme rinnovate, condizioni le sue modalità di essere, di esprimersi e di aggiornarsi. In quelle tracce si leggono molti condizionamenti e direttive incidenti sul presente e tendenti ad incidere sul futuro.

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Sulla “parola” come triplice radice simbolico-elementare

Sulla “parola” come triplice radice simbolico-elementare della cultura euroccidentale. Rapide considerazioni, di sfondo per un ciclo di ricerche di filosofia simbolica epocale.

                                                                                                                    (Giulio M. Chiodi)

 

Spunto –  La presente è una semplice traccia problematizzante o un generico quadro propositivo che, prendendo spunto dalla simbolica politica generale, tocca argomenti di grande portata interdisciplinare. Lo scopo è di offrire lo sfondo generale a una proposta di ricerca e di studio a più voci, che apre una problematica vastissima e multiforme, qui indicata nell’ambito di una formulazione di ampio spettro, a partire dalla quale costruire adeguate ipotesi di lavoro. Continua a leggere

Civitas e socialitas. Scuola di educazione federale. Sul baricentro europeo

 

“Civitas e socialitas. Scuola di educazione federale”.  Discorso semplice sul baricentro europeo

  Sono in atto trasformazioni degli assetti del mondo, prodotti in gran parte dalle innovazioni della tecnologia, che condiziona e anche strumentalizza la politica. Sul piano politico quanto è in corso richiede di ragionare a lunga, media e breve misura, nonché brevissima. Questi aspetti non agiscono in successione, ma operano congiuntamente già nel presente. Tuttavia nel presente è opportuno non confonderne la presa sui fatti e sulle scelte che si compiono o devono compiersi. A lunga misura ci si deve regolare sull’Estremo Oriente, con Cina ed India, a media col Medio Oriente e il mondo islamico, a breve (anzi immediatamente) con la situazione dell’Europa. Un tono di rassegnazione accompagna in quest’ultima uno spirito stanco e distratto, che si è diffuso in gran parte della sua popolazione. E’ frutto di sfiducia, di pigrizia mentale, di bassi ideologismi e di conformismo gregario, che conducono a un provincialismo inquieto ed indolente. Ma fintanto che l’umanità non sarà ridotta ad un insieme robotizzato eterodiretto, l’Europa avrà ancora nel mondo un compito civilizzante, che ora non mostra di saper adempiere. E’ un compito di tutti e di ciascuno. Quelle che seguono sono riflessioni generali e preliminari su questo impegno, rivolte soprattutto agli italiani.  Continua a leggere

Intervista 2002

Intervista di Fabio Pagano a Giulio M. Chiodi Europa. Universalità e pluralismo delle culture, (intr. Claudio Bonvecchio), Giappichelli, Torino, 2002

Nel suo libro è contenuta una citazione di Girolamo Cardano che potrebbe valere come motto del suo programma di ricerca: “vita humana symbolica est, qui hoc non intendit non est homo”. Può illustrare quello che a suo avviso è il rapporto tra le istituzioni e l’elemento simbolico? Continua a leggere

Come può reggere una democrazia senza interlocutori?

Testo in pubblicazione presso la Società Italiana di Filosofia Politica:

Come può reggere una democrazia senza interlocutori?     di Giulio M. Chiodi

Esordisco con toni forti e piuttosto apodittici. Fondare un governo sul principio “una testa un voto” e contemporaneamente inseguire una società che impedisce il formarsi delle teste ha per esito: voti senza testa, farsi preda degli speculatori, cadere nelle mani di orde anarcoidi. Detto in altri termini, se un sistema democratico non si regge su una società sufficientemente civile nasce corrotto o si corrompe; ma nel contempo dobbiamo prendere atto che una società civile richiede una cultura etica, mentre noi viviamo in cultura molto poco etica (e tanto meno epica), ma marcatamente patetica. Continua a leggere